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EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

Inquinamento e fertilità - Io Uomo

Negli ultimi anni, il ruolo dei fattori ambientali nell’influenzare lo stato di salute della popolazione appare sempre maggiore e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa un quarto delle malattie che si verificano oggi, sono causate da un’esposizione prolungata a rischi ambientali/inquinanti. In particolare, l’inquinamento atmosferico è uno dei dieci principali fattori globali di rischio sanitario che riducono l’aspettativa di vita sana e aumentano il tasso di mortalità. Studi di coorte epidemiologici, condotti principalmente negli Stati Uniti e in Europa, hanno dimostrato che l’esposizione a lungo termine per PM2.5 (particelle con un diametro aerodinamico inferiore a 2,5 μm) è associata ad una maggiore mortalità da malattie respiratorie,

cardiovascolari e polmonari. E l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE, 2010) stima che nell’Unione Europea l’inquinamento atmosferico, indoor e outdoor, sia responsabile di circa 600.000 morti premature e dell’aumento della morbilità. Contenere gli effetti nocivi sulla salute umana dell’inquinamento rappresenta, dunque, una priorità di salute pubblica in tutto il mondo. È, inoltre, riconosciuto che l’inquinamento atmosferico ha un impatto negativo sulla riproduzione femminile e maschile. Infatti, l’impatto dell’inquinamento, generalmente indotto da diversi inquinanti che agiscono simultaneamente, infl uenza sia la quantità che la qualità dei gameti (ovuli e spermatozoi) ed i meccanismi riconosciuti sono: alterazioni genetiche, epigenetiche, squilibrio ormonale, induzione di stress ossidativo. Difatti, negli ultimi 60 anni, diversi studi dimostrano una riduzione della concentrazione degli spermatozoi in molti Paesi industrializzati e l’incidenza dell’infertilità maschile ha subito un drastico incremento, passando dal 7-8% della fi ne anni ’60, al 20-30% dei giorni nostri. tratto da IoUomo gennaio 2018