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EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

Terra dei Fuochi, il nuovo studio: "Più a rischio la fertilità dei giovani"

E' stato da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Molecular Science un nuovo studio che mette in luce un inedito meccanismo di danno al Dna degli spermatozoi da eccesso di metalli pesanti nello sperma.

Torna in prima pagina il delicatissimo caso dei possibili danni al sistema riproduttivo dei giovani che vivono nelle zone inquinate della cosiddetta Terra dei Fuochi in Campania. E' stato da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Molecular Science un nuovo studio nell'ambito del progetto di ricerca EcoFoodFertility, che mette in luce un inedito meccanismo di danno al Dna degli spermatozoi da eccesso di metalli pesanti nello sperma, fornendo ulteriori dati ai precedenti lavori già pubblicati dal gruppo di ricerca sul maggior rischio fertilità per i giovani che vivono in Terra dei Fuochi.

Marina Piscopo, biologa molecolare del Dipartimento di Biologia dell'università Federico II di Napoli, ha analizzato le proteine nucleari basiche di spermatozoi umani in 240 individui: 160 residenti nella Terra dei Fuochi e 80 in zone a basso impatto ambientale, residenti nella provincia di Salerno, reclutati nell'ambito del Progetto di ricerca EcoFoodFertility, coordinato da Luigi Montano, UroAndrologo dell'Asl di Salerno e presidente della Società italiana di Riproduzione Umana che da tempo sta valutando il seme maschile come sentinella della salute, non solo riproduttiva, della popolazione in relazione all'inquinamento territoriale.

Alcuni studi pubblicati in passato proprio dal gruppo di ricerca di Montano, indicavano indici di frammentazione del Dna spermatico più elevati (di oltre il 30%) in soggetti residenti in aree ad alto impatto ambientale, come la Terra dei Fuochi e Taranto, in confronto con aree a basso impatto ambientale come l'area del Salernitano (Medio Sele e Cilento). In particolare proprio in Terra dei Fuochi venivano segnalati, nello sperma, alti livelli di diversi metalli tossici, fra cui rame e cromo. Due metalli, capaci di indurre una particolare reazione chimica, denominata reazione di Fenton, che porta alla formazione eccessiva di sostanze come i cosiddetti radicali liberi dell'ossigeno, capaci di alterare le strutture cellulari, come proteine, grassi e Dna.

Da questo nuovo studio emerge un nuovo meccanismo di danno, e si mostra come proprio le proteine nucleari basiche di spermatozoi (protammine e istoni, il cui rapporto, fra l'altro, risultava alterato nei giovani di terra dei fuochi) possano essere coinvolte esse stesse nella frammentazione del Dna di spermatozoi evidenziando una situazione che desta preoccupazione rispetto alla salute riproduttiva degli individui della Terra dei Fuochi, in considerazione del fatto che il campionamento è stato fatto su una fascia in età riproduttiva molto precoce fra i 18 e 28 anni di età.

Terra dei fuochi è un'espressione sorta nel nuovo millennio per indicare una vasta area a cavallo tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, in relazione all'interramento di rifiuti tossici e rifiuti speciali, e all'innesco di numerosi roghi di rifiuti, tutte circostanze con un potenziale impatto sulla salute della popolazione locale. Il termine apparve per la prima volta nel 2003 in un Rapporto Ecomafie di Legambiente. Le immagini di rifiuti incendiati o sotterrati in discariche abusive nella Terra dei Fuochi, spesso non lontano da abitazioni, sono da tempo associate al timore di un maggior rischio per la salute per le persone che abitano nella zona.

 

Fonte: www.today.it (07/08/2020)