EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

EcoFoodFertility; Salute e ambiente

terra dei fuochiPrima del territorio va bonificato l’uomo

Nella Terra dei fuochi la parola cancro raggela quanto camorra. Tanto che si preferisce nasconderla sotto quella, più generica e meno spaventosa, di “malattia”. È il male che non risparmia, che consuma, che strappa brutalmente alla vita adulti e bambini più di ogni altro luogo in Italia. La causa la conoscono tutti. Ma a dimostrarlo non c’è niente. Nulla, per ora, che attesti scientificamente come la pratica criminale di far ingoiare alla terra tonnellate di rifiuti tossici stia lentamente uccidendo l’area a nord di Napoli e il basso casertano.

È per questo che nasce «EcofoodFertility» (www.ecofoodfertility.it), il progetto di ricerca messo a punto da Luigi Montano (nella foto), dirigente medico responsabile dell’ambulatorio pubblico di Andrologia della Asl di Salerno presso l’ospedale di Oliveto Citra. Due anni di ricerca con l’obiettivo ambizioso di individuare, su base scientifica, la correlazione tra inquinamento ambientale e incremento di varie patologie (in particolare tumorali) che si registra nel cosiddetto “triangolo della morte”. La risposta verrà data dall’analisi degli spermatozoi che, come spiega Montano, per la facile reperibilità e l’alta sensibilità agli inquinanti ambientali, sono considerati bioindicatori “ideali” del danno ambientale e sentinelle attendibili della stato di salute dell’uomo. Il sospetto è che le sostanze chimiche (come metalli pesanti, diossine, idrocarburi, ecc.) che infettano da oltre vent’anni ambiente e alimenti, riducano qualità e quantità degli spermatozoi e ne modifichino il DNA. «Tramite tecniche d’indagine innovative - spiega Luigi Montano - intendiamo verificare se l’ambiente in cui viviamo e le abitudini alimentari agiscano negativamente sul seme maschile e in che misura». Il progetto di ricerca prevede, in una prima fase, la selezione di 1800 uomini di cui 300 celiaci (tra i 20 e i 40 anni), residenti da almeno 10 anni in tre diverse aree della Campania ad alto (area di Acerra, Na), medio (area di Sant’Agata dei Goti, Bn) e basso (area di Oliveto Citra, Sa) indice di pressione ambientale, perfettamente sani, non fumatori, non bevitori. I soggetti saranno sottoposti a visita uroandrologica, alla valutazione delle abitudini di vita, alimentari, all’analisi tossicologica nel sangue e nel seme e all’analisi del DNA spermatozoario. Ma non è tutto. Il progetto mira anche a sperimentare un nuovo metodo di prevenzione basato sulla nutraceutica, ovvero la somministrazione di alimenti che, avendo una funzione benefica sull’organismo umano, possono curare e prevenire determinate patologie.  «Nella seconda fase - aggiunge Montano - i soggetti a rischio potranno seguire diete personalizzate, con precisi indirizzi nutrizionali e disintossicanti. Prima ancora della bonifica del territorio, per cui sono necessari milioni e molti anni, è particolarmente urgente, ma soprattutto possibile, una bonifica dell’uomo». Sostenuto dai CNR di Avellino, Napoli e Roma, dall’Università di Torino e da aziende sanitarie pubbliche, EcofoodFertility è un progetto “aperto”, partecipato, che vedrà coinvolte anche le associazioni campane sensibili alle tematiche dell’ambiente, tra cui Legambiente, Coldiretti, Wwf, Medici per l’Ambiente. «Il nostro - ha chiarito Montano - è un progetto altamente scientifico e civico che ci vedrà in prima linea per dare ai territori colpiti da calamità ambientale più certezze e più possibilità di cura. Per questo partirà una campagna di sensibilizzazione, comunicazione e ricerca di fondi per avviare subito il progetto».

Livia Iannotta (Chiaia Magazine – dicembre 2013)

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