EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

Fare presto per l’ecoriconversione del pianeta I sistemi ecologici e riproduttivi non potranno reggere a lungo…

Il declino progressivo e ingravescente del numero degli spermatozoi e direi meglio della qualità spermatica è uno specchio fedele dello stato di salute globale della popolazione che sempre più dipende dalla salute ambientale. Il declino della conta spermatica anche dall’ultima metanalisi a livello globale (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36377604/) indica che non solo il calo negli ultimi 46 anni è stato del 51.6 % per millilitro, ma che dal 2000 al 2018 si è avuta un’ accelerazione del declino, in particolare quest’ultimo si registra in aree del pianeta come il Sudamerica, il Centro-Africa, India, Cina ed Iran che hanno subito in questi ultimi decenni un maggiore sfruttamento delle risorse ambientali, presentando tassi di inquinamento fra i più alti al mondo (https://www.ilfattoquotidiano.it)

Peraltro anche dai nostri studi di comparazione fra giovanissimi sani (18-22 anni), con stili di vita sani e indici di massa corporea omogenei in diverse aree territoriali, all’interno anche della stessa regione, nell’ambito del progetto di biomonitoraggio umano EcoFoodFertility (www.ecofoodfertility.it), rileviamo importanti problemi riproduttivi, in particolare per chi risiede in aree a maggiore tasso di inquinamento (https://ecofoodfertility.it).

Ciò rappresenta in sè una vera e propria diseguaglianza in termini di salute, si badi bene, non solo riproduttiva, visto che riflette anche lo stato di salute generale, peraltro con potenzialità predittiva per future malattie cronico-degenerative, dato il sempre più stretto legame, per esempio, fra infertilità e aspettativa di vita sana.

Infatti, i primi segni di danno ambientale nei nostri studi li rileviamo a partire proprio dagli spermatozoi, vere e proprie sentinelle della salute ambientale dei territori, che danno informazioni anche predittive per la salute futura e non solo riproduttiva (Seme Sentinella della Salute Ambientale e Generale). Anzi, più si va in profondità negli studi biomolecolari, più si notano le differenze che potrebbero non rilevarsi nel semplice spermiogramma e questo è particolarmente importante perché dà una misura di quanto è possibile anche con piccoli numeri, ma molto selezionati in linea con il disegno ed i criteri del progetto EcoFoodFertility, avere delle misure precise del precoce danno da inquinamento in relazione al contesto territoriale, definendo un rischio salute che non è solo semplicemente riproduttivo, ma spia di una condizione di stress a cui l’intero organismo è sottoposto.

Infatti uno dei nostri ultimi lavori appena pubblicato (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38243211/) nell’ambito di una linea di ricerca di EcoFoodFertility, che ha integrato dati ambientali di contesto

territoriale e di esposizione personale (Studio ExpoMap: https://ecofoodfertility.it/il-progetto/progetto-expomap) dove i criteri di selezione sono stati ancora piu’ stringenti per meglio omogeneizzare due gruppi di giovanissimi (18 anni) di due aree territoriali della regione Campania (Area Nord di Napoli, Valle dell’Alto medio Sele nel Salernitano) sono perfettamente in linea con quanto già osservato da altri nostri studi precedenti.

In sostanza sempre di più si conferma come l’approccio metodologico di studio di EcoFoodFertility che punta sui biomarcatori riproduttivi e che, peraltro, stiamo allargando non solo sul fronte femminile, ma anche su quello veterinario, può rappresentare un modello utile per la valutazione precoce dell’impatto ambientale sulla salute umana, ma anche per il monitoraggio e la sorveglianza sanitaria di popolazioni esposte per poter poi effettuare mirate attività di prevenzione primaria sia livello personale che di popolazione, oltre che indicare di fatto l’urgente necessità di avviare misure di riqualificazione dei territori che hanno importanti criticità ambientali e che di fatto si riflettono sullo stato di salute della popolazione residente.

Ad ogni modo il nostro gruppo di ricerca grazie al supporto di ricercatori di diverse discipline provenienti da diversi enti di ricerca, universitari ed ospedalieri e che in pratica ha dato vita ad una innovativa ed indipendente Rete Interdisciplinare per la Salute Ambientale e Riproduttiva (https://ecofoodfertility.it/rete-nazionale/ricercatori), sta cercando di mettere in guardia sui problemi riproduttivi sempre più ingravescenti dei nostri giovani, attraverso la grande mole di attività nelle varie realtà italiane a partire da quelle più critiche dal punto di vista ambientale e sanitario pubblicando (https://ecofoodfertility.it/chi-siamo/pubblicazioni-scientifiche) ed intervenendo sia in contesti strettamente scientifici che politico-istituzionali.

Qualcosa si sta cominciando a muovere, ma è ancora troppo scarsa la consapevolezza di questo problema sia a livello politico che sanitario. Eppure molto dipende da come stiamo “maltrattando” il nostro pianeta, gli appelli della comunità scientifica e del nostro Papa Francesco dalla “Laudato Si” fino al recente richiamo “Laudate Deum” dovrebbero quanto meno fare accelerare il processo di Ecoriconversione, ma questo non sembra avvenire con la dovuta urgenza.

Il declino spermatico come specchio fedele dell’impatto ambientale sul pianeta, se continua a mantenere questi ritmi, in particolare nelle aree a maggiore tasso di inquinamento, dove i sistemi ecologici soffrono di più, potrebbe portate entro i prossimi 50-70 anni ad un punto critico oltre il quale il sistema può collassare all'improvviso.