EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

L'uro-andrologo Montano: «Oltre il 50% dei 18enni campani è a rischio di infertilità per inquinamento e stili di vita sbagliati»

L'esperto noto in tutto in mondo per i suoi studi sulla qualità del liquido seminale interviene sabato 20 gennaio a Salerno ad un convegno su salute e ambiente. «Se non si interviene al più presto tra 50 anni ci estingueremo»

Dove l'inquinamento ambientale è maggiore diventa minore la capacità riproduttiva. È la conclusione a cui sono arrivati gli studi sistematici di biomonitoraggio multicentrico sulla fertilità umana di cui è coordinatore, pioniere nel mondo, Luigi Montano, uroandrologo dell'Asl Salerno, responsabile del progetto di ricerca EcoFoodFertility e past president della Società Italiana della Riproduzione Umana. «Vivo ad Acerra ma lavoro all'ospedale di Oliveto Citra - esordisce il medico - e proprio da queste due realtà territoriali così diverse, distanti tra loro non più di cento chilometri, sono partito per uno studio sugli spermatozoi che sono un biomarcatore di salute molto affidabile, più del sangue, precoce e anche molto predittivo per patologie che vanno al di là degli aspetti riproduttivi». Il campione testato era formato da studenti dell'ultimo anno delle superiori, età media 18 anni, sani, non fumatori, non bevitori di alcolici, omogenei per indice di massa corporea.

Vita lunga ma con malattie

«Ebbene, il dato che è venuto fuori - riprende Montano - è che ad Acerra, e quindi Terra dei Fuochi, zona ad alto impatto ambientale, la maggioranza dei ragazzi presenta valori medi al di sotto dei limiti della norma, in particolare per il parametro della motilità progressiva. Mentre Oliveto Citra, nell'Alto Medio Sele, è zona poco inquinata e quindi a fertilità conservata». Ma c'è un altro dato che preoccupa la comunità scientifica e riguarda la crescita esponenziale di tutte le patologie cronico-degenerative, di cui il liquido seminale è la cellula-sentinella, che ha subìto un'accelerazione a livello globale negli ultimi 20 anni. «Questo significa - spiega l'uroandrologo - che si vive di più ma ci si ammala prima. L'aspettativa di vita sana si sta riducendo. E i bambini che nascono sono più deboli dal punto di vista della resistenza alla malattia».

Test in tutt'Italia

Dalla Campania il campionamento effettuato da Montano si è allargato a tutta l'Italia. Andando a monitorare il calo degli spermatozoi in aree fortemente inquinate come Taranto, Brescia e Valle del Sacco nel Frusinate. Fino ad oggi sono stati oltre 2000 i giovani che si sono prestati come volontari per la prevenzione dell'infertilità. «A livello mondiale - conclude Montano - c'è stato dal 1940 al 2011 un calo di spermatozoi da 113 milioni x ml a 49 milioni x ml. L'infertilità maschile è il più grave problema dell'umanità e se nessuno a livello politico e a livello sanitario ne prende consapevolezza vera tra 50 anni noi ci estinguiamo.» Di queste ed altre questioni legate al tema «Inquinamento ambientale e salute riproduttiva» Luigi Montano parlerà all'Ordine dei medici di Salerno, sabato 20 gennaio alle ore 10, nell'ambito del convegno «Inquinamento ambientale e salute nell'adulto» organizzato dalla commissione sanità, ambiente e prevenzione dell'Ordine coordinata dal dottor Natalino Barbato.


Fonte: https://salerno.corriere.it (16/01/2024)