EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

Ricerche sulla fertilità nella Valle del Sacco

Prosegue l'impegno di UNOeTRE.it per informare circa i danni che produce l'inquinamento ambientale che subiamo nella Valle del Sacco. La nostra Vicedirettrice, Nadeia De Gasperis, ha preso contatto con una figura importantissima nella ricerca per la tutela della salute di chi vive nelle aree ad altro inquinameento: è il Dott. Luigi Montano, UroAndrologo della ASL di Salerno, Coordinatore del Progetto di Ricerca EcoFoodFertility e del Progetto FAST del Ministero della Salute. Presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU).
Naderia De Gasperis ha consultato il dottor Montano telefonicamente e con una scambio di corrispondenza. Qui di seguito diamo un primo resoconto di questo lavoro.

In un’ottica di prevenzione primaria e al fine di procedere con interventi più precoci a salvaguardia della salute attuale e futura delle popolazioni che vivono in contesti ambientali più sfavorevoli, introduce un approccio integrato e diretto di valutazione del rischio biologico precoce, individuando nel Seme maschile una chiave di lettura affidabile per meglio valutare il peso dell’inquinamento ambientale sulla salute umana e per svelare i meccanismi più fini del rapporto Ambiente-Salute.

La differenza fra studi di epidemiologia ed EcoFoodFertility

EcoFoodFertility in sintesi è un progetto di ricerca multicentrico e multidisciplinare che, in un’ottica di prevenzione primaria e al fine di procedere con interventi più precoci a salvaguardia della salute attuale e futura delle popolazioni che vivono in contesti ambientali più sfavorevoli, introduce un approccio integrato e diretto di valutazione del rischio biologico precoce, individuando nel Seme maschile una chiave di lettura affidabile per meglio valutare il peso dell’inquinamento ambientale sulla salute umana e per svelare i meccanismi più fini del rapporto Ambiente-Salute. In sostanza, a differenza degli studi di epidemiologia classica che valutano il rischio salute “contando” gli esiti finali del danno alla salute (Mortalità, incidenza, ricoveri per malattie, tumori ecc. attraverso i registri), EcoFoodFertility valuta i segni più precoci di modificazione funzionale o strutturale, prima che si manifesti il danno clinico, puntando sui cosiddetti Organi-SPIA, come l’apparato riproduttivo, dove il seme maschile rappresenta un fluido ideale, facilmente studiabile, una vera e propria Sentinella dell’Ambiente e della Salute generale.

Il progetto è diviso in due parti: la prima, è un studio sistematico di biomonitoraggio umano volto a verificare eventuali differenze di rischio fra maschi sani, non fumatori, non esposti professionalmente, omogenei per età e stili di vita, residenti in contesti ambientali a diversa pressione ambientale valutabili attraverso l’analisi quali-quantitativa nel seme e sangue (anche di capelli e urine) di diversi contaminanti ambientali come metalli pesanti, diossine, pcb, idrocarburi policiclici aromatici, ftalati, parabeni, pesticidi, perfluorurati, nanoparticolato ed i loro effetti biologici con lo studio di diversi biomarcatori, ossidativi, immunologici, proteomici, lipidomici, genetici, epigenetici, metabolomici ecc. La seconda parte, consapevoli dei tempi lunghi di bonifica dei territori e del disinquinamento del pianeta che dipendono da misure pubbliche della politica, che sarebbero ovviamente le migliori per operare in prevenzione, fa riferimento, invece, educando ed informando all’attivazione di vere proprie misure di tipo individuale, partendo dalla considerazione che lo stile di vita e l’alimentazione, in particolare, con determinati regimi nutrizionali sul modello mediterraneo con alimenti BIO “VERI”, può modulare l’effetto dell’inquinamento ambientale ed aiutare a potenziare le difese antiossidanti e detossificanti dell’organismo (bonifica naturale dell’uomo inquinato che si declina con l’ashtag #INTANTOMIDIFENDO).

Le ricerche in Italia, Grecia e Spagna

Attualmente, il progetto è in fase esecutiva su maschi in diverse aree d’Italia ed anche in Europa come Spagna e Grecia e ci stiamo preparando per allargarlo in altri paesi non solo europei, da poco abbiamo avviato anche un protocollo sperimentale al femminile di cui a breve avremo i primi risultati.
Ad ogni modo con questo modello di valutazione del rischio salute, andiamo oltre la semplice valutazione dello stato di fertilità, perché il seme umano dà informazioni sullo stato di salute ambientale del territorio in cui vivono le persone ed al contempo informazioni sullo stato di salute generale, può quindi rappresentare uno strumento potenzialmente molto potente che i policy maker possono utilizzare per la sorveglianza sanitaria, il monitoraggio ambientale e per innovativi programmi di prevenzione primaria e “anteprimaria” (preconcepimento), non solo per le patologie riproduttive, ma per quelle cronico-degenerative, dall’ipertensione al cancro, che interessano l’adulto nella generazione presente e quelle future in relazione alle nuove evidenze scientifiche sugli effetti transgenerazionali indotte dagli inquinanti e dai cattivi stili di vita sui gameti.

La ricerca in Italia

Lo studio è iniziato sulle problematiche sanitarie in Terra dei Fuochi e difatti i primi studi retrospettivi che abbiamo presentato già oltre tre anni fa dimostravano una differenza statisticamente significativa di maggior danno al DNA spermatozoario, verificata addirittura con due tecniche, nei soggetti residenti nell’area della terra dei fuochi rispetto a quelli dell’area del Cilento. Su queste basi, abbiamo avviato due studi stavolta prospettici di biomonitoraggio su 222 maschi sani, non fumatori, omogenei per età, indice di massa corporea e stili di vita. In un primo gruppo metalli pesanti nel seme e sangue, valutando la qualità seminale, la frammentazione del DNA spermatico, la capacità antiossidante totale e l’attività degli enzimi antiossidanti, su un secondo anche la lunghezza dei telomeri su leucociti del sangue e su spermatozoi. I risultati li abbiamo pubblicati su due riviste internazionali (Reproductive Toxicology nel dicembre 2016 e Int. Journal of Molecular Science nel settembre 2017) dove abbiamo riscontrato nei maschi residenti in terra dei fuochi rispetto a quelli residenti nell’Alto medio sele in provincia di Salerno, un eccesso statisticamente significativo di diversi metalli: Alluminio, Rame, Manganese, Nichel e soprattutto Cromo. A maggiore bioaccumulo si accompagnava una riduzione della motilità degli spermatozoi, un aumento della frammentazione del DNA spermatico, una ridotta capacità antiossidante e, soprattutto quest’ultima, così come la riduzione dell’attività di alcuni enzimi antiossidanti erano valutabili nel seme e non nel sangue, che insieme a differenze viste anche nei telomeri spermatici e non in quelli leucocitari ci hanno fatto capire non solo che la residenza sembra avere un peso importante, ma che il seme stesso sembra essere più precoce e sensibile all’esposizione ambientale rispetto alla matrice sangue e ciò sembra ulteriormente essere confermato da altri dati che stiamo sempre più acquisendo. Nell’ambito della valutazione anche di quale dei parametri seminali (numero, motilità, morfologia, danni al DNA) fosse più sensibile all’inquinamento abbiamo pubblicato uno studio (Environmental Toxicology and Pharmacology 2018) confrontando i livelli di PM10, PM2.5, Benzene all’interno dell’Ilva di Taranto, della Città di Taranto, Palermo, Terra dei Fuochi e area del Sele in Provincia di Salerno con i parametri seminali e abbiamo visto che i livelli di frammentazione del DNA spermatico nell’area della Terra dei Fuochi e di Taranto, erano significativamente maggiori di circa il 30% rispetto a quelli delle aree di Palermo e Salerno aprendo uno scenario ancor più preoccupante rispetto ai precedenti , perché rispetto ai parametri classici dello spermiogramma (numero, motilità e morfologia) il DNA spermatico risulta essere addirittura l’elemento più sensibile all’inquinamento atmosferico, con le immaginabili conseguenze visto che porta in se le informazioni genetiche (tabella).

Dove in provincia di Frosinone

Sulla base di questi risultati abbiamo poi partecipato e vinto un Bando del Ministero della Salute della Direzione Generale della Prevenzione e con l’ASL Salerno che è capofila del progetto insieme al Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Brescia ed anche altri enti come l’Università di Milano, l’Enea ed il CNR stiamo eseguendo ed ormai completando il progetto FAST (Un modello di intervento per la prevenzione dell’infertilità in maschi adolescenti residenti i aree a forte impatto ambientale) su oltre 400 ragazzi, sani, non fumatori del range di età fra i 18 e 22 anni su alcune aree ambientali critiche d’Italia, come l’area di Brescia-Caffaro, Terra dei Fuochi e la vostra area, Valle del Sacco. Lo studio è un trial clinico randomizzato e consiste nel valutare prima lo stato di contaminazione ambientale nei diversi soggetti residenti nelle tre aree ed i loro eventuali effetti sulla salute riproduttiva e poi a random un intervento di modifica dello stile di vita e soprattutto nutrizionale con il supporto anche di una filiera che abbiamo appositamente creato fra aziende bio di qualità, denominata Rete Eubiotica per la Salute Ambientale (R.E.S.A.) per valutare la capacità di tale intervento di ridurre il bioaccumulo di inquinanti a partire dai metalli pesanti e di modificare i biomarcatori d’effetto. Il progetto devo dire che non è stato affatto facile nel reclutare i maschi sani con i criteri di selezione adottati, ma siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo e stiamo concludendo ora con i controlli postintervento nutrizionale. Abbiamo ovviamente coinvolto gli istituti superiori e a Brescia e Terra dei Fuochi anche le Università e devo dire che c’è stata da parte dei presidi in tutte e tre le aree massima disponibilità. Qui nella vostra zona abbiamo avuto disponibilità da parte di tutti gli Istituti Superiori a partire da quelli di Frosinone, di Ceccano, Ferentino, Anagni e Colleferro. Anche l’Avis di Frosinone, di Ferentino e Ceccano come i medici di famiglia dell’ambiente di Frosinone si sono messi a disposizione dandoci una mano, ma anche laboratori come il Geslan di Frosinone e Clinimed di Ceccano la stessa ExtraTV di Frosinone ci ha dato possibilità di diffondere il progetto e poi alcune aziende agricole come Terre Sane, Agrilatina e Natura SI di Frosinone.
Ad ogni modo a fine ottobre il progetto con i risultati sarà consegnato al Ministero della Salute ed organizzeremo dopo un incontro pubblico qui in zona.

Fonte: www.unoetre.it (23/04/2019)