EcoFoodFertility, il nuovo modello di valutazione dell'impatto ambientale sulla salute umana

La prevenzione del Cancro comincia a pranzo

Terra dei fuochi sotto la lente il dna negli spermatozoi Dalla Campania un progetto che coinvolge 6 paesi

Si chiama EcoFoodFertility ed è il primo studio scientifico multicentrico e multidisciplinare al mondo deputato a valutare la correlazione tra inquinamento ambientale e danni biomolecolari (al DNA) a carico delle cellule della linea germinale maschile (spermatozoi). A ispirare lo studio è la Terra dei Fuochi. L'obiettivo? la chemioprevenzione del cancro attraverso l'alimentazione. Lo studio - spiega Luigi Montano medico e presidente dell'associazione di scopo EcoFoodFertility - partecipa a un finanziamento di circa 6 milioni di fondi EU a valere sul bando per la Ricerca e l'Innovazione per una call specifica su ambiente e salute nell'ambito della nuova programmazione europea di Horizon 2020.

prevenzione del cancro a prnazo corriere della sera 2015Lo studio affronta la prima volta in maniera sistematica l'impatto delle condizioni ambientali sulla salute umana, considerando sia gli aspetti alimentari che quelli legati allo stile di vita. Luigi Montano è un uro-andrologo dell'Asl di Salerno membro dell'associazione Medici per l'Ambiente è residente proprio ad Acerra. Il progetto presentato a Bruxelles, alla Commissione Europea il 14 ottobre - coinvolge sei istituti del CNR (Milano, Napoli, Roma, Avellino, Pis, Faenza) e varie Università: la Federico II di Napoli (Istituto di Geochimica),  Heidelberg (Istituto di Uro-andrologia), Budapest (istituto nazionale di andrologia, Praga e Brno (Accademia delle scienze e genetica), Atene (istituto di ecotossicologia), il Consorzio Universitario di Barcellona-Terrassa in Spagna, l’Irlanda con ISDE International, l'Asl di Salerno (Unità di Andrologia) e tre strutture private: Medicina Futura di Acerra, West System di Pisa e CatLab di Barcellona.

“Il fine - ribadisce Montano - non è solo dare evidenze scientifiche più corrette, precise e definitive al rapporto ambiente-salute, laddove al momento gli studi epidemiologici sono solo in grado di formulare ipotesi di correlazione tra inquinanti ambientali (metalli pesanti, pcb, diossine, nanoparticelle, ipa) ed effetti nocivi sulla salute umana. Si tratta di fornire anche nuovi e più affidabili indici di rischio della salute (biomarker) predittivi per possibili future patologie legate a stili di vita scorretti o a cause ambientali. Da qui infine puntiamo a verificare l'efficacia di tali regimi dietetici e di innovativi approcci nutrizionali potenzialmente protettivi per la prevenzione del rischio e salvaguardia della salute”.

Come modello di studio e rilevatore dello stato di salute generale si considera l'apparato riproduttivo maschile, sistema organo-funzionale molto sensibile alle modificazioni ambientali. Sotto la lente finirà il liquido seminale nel quale è possibile verificare e quantificare la presenza di contaminanti ambientali e contestualmente misurare gli effetti diretti sugli spermatozoi, cellule sensibilissime agli insulti ambientali e dunque bioindicatori elettivi del danno conseguente sulla salute umana.

Al momento lo studio interessa un campione di circa 1200 maschi di 8 aree d’Europa in Italia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca. Per l'Italia l'Ilva a Brindisi, le industrie ceramiche di Sassuolo, l'area di Porto Marghera, l'area di Novi Ligure, Piombino, Terni, Pescara, Crotone. In Campania interessate l’area Nord di Napoli e il Basso Casertano (Terra dei Fuochi), il Cilento Alto e Medio Sele) e il Basso Beneventano, l'Isolchimica di Avellino e l'area industriale di Solofra. Per la Spagna l'area industriale di Terrassa in Catalogna (alto impatto) e un’area agricola dei Pirenei (basso impatto), per la Repubblica Ceca l’area industriale della Slesia (alto impatto) e una corrispondente area rurale (basso impatto) e per la Grecia l'area urbana di Atene (alto impatto) e l'area rurale del Peloponneso (basso impatto).

Ettore Montone - Corriere della Sera - 2015